Arte e Frattali: Jackson Pollock

L’analisi dei frattali usata per attestare l’autenticità di dipinti attribuiti a Jackson Pollock.
A chi definiva i suoi quadri delle macchie casuali, Jackson Pollock rispondeva: “Io controllo il flusso della pittura; non è casualità”. Parecchi anni dopo la sua morte, la scienza gli ha dato ragione.
Alla fine degli anni Novanta, il fisico Richard Taylor ha analizzato una selezione di quadri di Pollock e ha riscontrato che essi erano composti di patterns (schemi) frattali distinti.
La teoria dei frattali è utilizzata per studiare fenomeni e strutture caotiche complesse, come le coste, gli alberi e le fiamme. Vi sono due ragioni per pensare che l’analisi dei frattali sia adatta allo studio dei quadri di Pollock: primo, egli dipingeva muovendosi intorno a una grande tela stesa a terra, la pittura fluiva da diverse angolazioni, usando tutto il corpo, il quale si muove – come è noto - seguendo dei patterns frattali ogni volta che ritrova l’equilibrio; secondo, il gocciolare e il versare in sé sono processi caotici.
Ebbene, il nostro fisico ha riscontrato che “l’unica cosa che i quadri di Pollock – così diversi l’uno dall’altro - hanno in comune è una composizione frattale che è rimasta sistematica durante gli anni”.
Questa analisi matematica può essere cruciale nel determinare l’autenticità di un gruppo di dipinti recentemente scoperti che potrebbero essere di Pollock. Tradizionalmente, l’autenticazione di un dipinto poggia sul giudizio visivo degli esperti, supportato a sua volta dall’analisi dei materiali e dalla provenienza del dipinto. Ma l’analisi dei materiali è di poco aiuto nell’identificazione dei quadri di Pollock, il quale usava colori comuni.
Secondo Taylor, i 32 nuovi dipinti ritrovati non presentano la “firma frattale” di Pollock. Questa analisi influirà molto sul giudizio dei critici e sulla autenticazione.
Fonte: Nature
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