Blog di Roberto Blarasin, dedicato in particolare a Macerata, così come viene vista e vissuta dai Blarasin e dagli amici. Valgono le regole della comunicazione collaborativa: esplorare, comprendere, entrare in sintonia.

04 agosto 2006

Retorica del declino e dell'unione


Placate le acque dai venti della campagna elettorale, possiamo vedere le prime conferme di come stanno in fondo le cose.

La retorica del declino è stata smentita in continuazione dopo il 9 aprile. L'ultimo e divertente esempio è il bonus Visco: 1) perché sarebbe il bonus Tremonti (le entrate sono del 2006); 2) perché non è un bonus (stiamo comunque parlando di deficit).

Visco non c’entra con le entrate 2006, che comunque non vanno sprecate: "La previsione iniziale di Tremonti, presentata in sede europea, era del 3,4/3,5 per cento, poi corretta al rialzo al 3,7 per cento: stima criticata come troppo ottimistica, e che l’ex ministro dell’Economia riteneva invece seria, e che era stata accolta in sede europea. I dati ora pervenuti sulla dinamica delle entrate confermerebbero che Tremonti aveva ragione. Dovrebbe essere attendibile la stima originaria di un deficit del 2006 attorno al 3,4 per cento, anche se cautamemente fonti del governo suggeriscono di non allontanarsi troppo dal quattro per cento.
Nell’ipotesi migliore dunque il bonus consisterebbe essenzialmente nella conferma del deficit stimato a suo tempo da Tremonti, comunque superiore al tre per cento"

E' confermato che non si può governare senza il coraggio di crearsi nemici a sinistra, che il programmone era solo elettorale e che l'antiberlusconismo non è un collante perenne, soprattutto quando i pezzi proprio non combaciano.

Prodi (ri)tenta un’impresa ardua che riesce in casi eccezionali e dura poco: "La scommessa di Romano Prodi è, oggi come dieci anni fa, quella di governare senza nemici a sinistra. Si tratta di un’impresa assai ardua, tant’è vero che i casi in cui è stato possibile realizzarla in paesi capitalistici e democratici sono pochi e, in generale, legati a situazioni particolari come l’unità antifascista. In genere, invece, c’è sempre una quota di dissenso radicale, spesso basato su motivazioni sociali o ideologiche, che non è possibile giustapporre a un’azione riformatrice. Anche i programmi sottoscritti in anticipo non servono."

 
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