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11 ottobre 2006

Nabil Kaouk alimenta l'umorismo nella commedia dell'Unifil


Interessante la prospettiva di Nabil Kaouk (Corriere della Sera di oggi), braccio destro di Hassan Nasrallah, leader massimo di Hezbollah, cioò del "Partito di Dio": "Le nostre armi sono nascoste bene, nessuno può vederle. E non sta all'Unifil venirle a cercare o spiare i nostri movimenti. Il disarmo sarà una decisione nostra, interna al processo politico libanese. Decideremo noi la sorte dei nostri arsenali. Se l'Unifil nei suoi pattugliamenti dovesse vedere convogli di armi potrebbe allora segnalare all'esercito libanese di requisirle. Ma, ne sono certo, nessuno vedrà mai le nostre armi. Queste al momento sono le regole sul campo."
E ancora: "Non è escluso che qualche sunnita estremista legato ad Al Qaeda possa tentare attentati contro l'Unifil. Ma certo noi non abbiamo i mezzi per fermarli, è un compito che spetta all'esercito regolare libanese".
Però l'Italia è il suo partner preferito. Però ci sono degli altri però: "Però vedo un pericolo: le forze tra i drusi, cristiani e sunniti che compongono il fronte del 14 febbraio potrebbero cercare di piegare l'Unifil ai loro progetti politici interni. Guai se i contingenti internazionali in Libano dovessero venire usati per isolare o condizionare l'Hezbollah".
Se una missione internazionale non fosse una cosa seria, mi sembrerebbe un'intervista tremendamente divertente.

 
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