Nazarbayev loda Borat e diventa campione di Autoironia
Il presidente kazaco loda Borat che deride il suo paese. E ci dà una lezione

La satira sull’islam scotta, scatena fatwe, provoca crucci multiculturali. In Europa si ha paura a nominarla, in Iraq ci si muore. Quella sul Papa va più liscia, ma non va giù, e noi stiamo qui a parlare di Crozza contro i vescovi e Fiorello contro padre Georg. E però oggi bisogna dire “bravo” a un inatteso fan della comicità feroce, a Nursultan Nazarbayev, presidentepadrone di un paese dove l’islam non è un estraneo, il Kazakistan, ex Repubblica sovietica filoamericana, circondata da amici del fondamentalismo. Bravo Nazarbayev, che, da Londra, ridi del Kazakistan retrogrado, razzista, antisemita e bigotto disegnato dalle battute micidiali e irresistibili di Sacha Baron Cohen alias Borat, giornalista kazaco a zonzo per l’America, protagonista dell’omonimo film campione d’incassi. Complimenti Nazarbayev per lo spirito sornione che ti fa dire: “Qualsiasi pubblicità è comunque una buona pubblicità”. Borat ti fa ridere, dici, pure se infanga il tuo paese, e peccato che non sia lì a Londra, sennò avresti “incontrato volentieri” il finto reporter infangatore. Bravo Nazarbayev, che hai il coraggio di contraddirti, visto che sulle prime avevi investito in pubblicità e in proteste via ambasciata per difendere “l’immagine kazaca” dalle sparate di Borat. Caro Nazarbayev, c’è un altro affareper te oltre agli oleodotti: organizza qualche stage di ironia (e autoironia) per il cupo islam e il pallido occidente.
Tratto da IlFoglio
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